Informazioni personali

La mia foto
Mi chiamo Maria e sono una gran mangiona. Mi piace tutto ad eccezione del cibo cucinato male. Mi piace cucinare sempre nuove pietanze e quando non ho piatti e padelle da lavare, mi sento triste. La mia cucina è ricchissima di caccavelle di tutti i tipi; il solo vederle in un negozio mi fa soffrire: le voglio a casa mia!!! Prediligo i dolci e tutti gli impasti lievitati ma non disdegno il resto. La mia vita ruota intorno a due pilastri: la culinaria e la scuola infatti, se mi cercate, mi trovate o in cucina o in un'aula scolastica. Ho aperto questo blog per conservare le ricette provate e poi perchè non voglio essere obsoleta e desidero dimenticare il buon vecchio quaderno di ricette scritte a mano.

Cerca nel blog

mercoledì 30 novembre 2011

I marron glacè di Fausta

8 

set americano in lino antimacchia Il Filo Dei Sogni

 

Marron glacè…..il dolcino più dolcino di tutti!!! Dei morbidi marroni avvolti in una glassa bianca,dal sapore inconfondibile,inseriti dentro pirottini di carta…..se ne prende uno,si morde con voluttà e,subito,si ha voglia di un altro…..e poi un altro ancora.

Difficile resistere a cotanta bontà….eppure qualcosa non è andata per il giusto verso.

La ricetta dei marron glacè è stata oggetto del mio desiderio per lungo tempo,ho letto,ho conservato ricette su ricette ma non mi decidevo a farli; c’era quasi un timore riverenziale verso un tale dolcino, da frenare la mia irruenza.Quand’ecco che un giorno la mia amica Faustina (Fausta di caffè col cioccolato)ha pubblicato un post: i marron glacè.Da quando la conosco ho sempre letto con avidità le sue ricette,precise,chiare,con delle belle fotografie ma questa ha centralizzato la mia attenzione più delle altre……..ed allora mi sono detta: MI BUTTO!!!!!!

E mi sono proprio “buttata”……..il giorno dopo avevo già i marroni in casa e li guardavo con l’orgoglio di chi sa che fra poco li trasformerà in qualcosa di molto dolce…bisognava avere un pò di pazienza perchè il risultato finale non sarebbe stato visibile in giornata ma bisognava aspettare cinque lunghi,lunghissimi giorni.

Una frettolosa come me come avrebbe potuto aspettare un così lungo arco di tempo? Ma sì,per i marron glacè ho fatto questo sacrificio dell’attesa!!!!

Ho seguito alla lettera la ricetta di Faustina,non potevo rischiare di rovinare l’oggetto del mio desiderio.Ma siccome gli imprevisti bisogna metterli nel conto…ecco che al quarto giorno di preparazione è successo che,appena messi i marroni in tegame a bollire per altri 3 lunghi minuti con lo sciroppo,è squillato il campanello di casa : ho ricevuto la visita di una mia carissima amica.

I marroni sono stati “dimenticati” sul fuoco per almeno 10-15 minuti. Da morbidi quali erano si sono induriti leggermente,soprattutto freddandosi.

2

Mi veniva da piangere…..ma poi  mi è venuto da ridere quando mio marito che non ama molto i dolci,che mi lascia sola a finire una torta senza pietà per me che mi vedo “costretta” !??! a mangiarla tutta per non finire in bocca al cane o ai gatti (a loro fanno male i dolci !!!!),lui che non ama il cioccolato,lui  prende un marron glacè dietro l’altro dicendomi: posso? Li hai già fotografati? (hihihihihihi…li ho addestrati bene i miei uomini…non prendono niente se prima non si accertano che il tutto sia stato debitamente fotografato da me).

Certo non li ha mangiati per farmi piacere (figurati!!!!dopo 33 anni che stiamo insieme!!!!!) ma gli sono proprio piaciuti,seppur nella loro leggera durezza.

Ed io? Li ho mangiati ma con una punta di amarezza per la non perfetta riuscita.

Sono andata a piangere (metaforicamente) sulla spalla di Fausta che mi ha spiegato che,molto probabilmente,non è dipeso dall’errore della prolungata cottura ma dai marroni vecchi e duri che non hanno permesso l’infiltrarsi dello sciroppo all’interno dei marroni stessi.

Mannaggia a te,fruttivendolo,che mi hai venduto i marroni vecchi !!!!!!

 

Per la ricetta rimando al post di Faustina che sapientemente ha preparato questo dolcino più dolcino di tutti.

Ho solamente aumentato le dosi delle castagne per cui ho fatto le seguenti proporzioni:

Kg 1,600 di castagne (pesate crude con tutta la buccia)

Pulite sono diventate circa g 950.

kg 1,200 di zucchero

4 cucchiai e mezzo di sciroppo di glucosio

700 ml di acqua

4

 

 1

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Il marron glacé è una particolare lavorazione pasticcera della castagna (in particolare della varietà denominata marrone) sciroppata e poi coperta da una glassa di zucchero. La realizzazione dura più giorni durante i quali il frutto viene immerso in sciroppi di concentrazione crescente, e complicata dal rischio di rompere il dolce durante il trasferimento.

Le origini del marron glacé sono a tutt'oggi poco chiare: secondo alcuni la nascita del marron glacé avviene intorno al cinquecento, grazie ad una maggiore disponibilità dello zucchero, nel cuneese dove si raccoglievano grandi quantità di castagne; tuttora in questa zona si producono grandi quantità di castagne e di marron glacé esportati in tutta Europa. Sembra, secondo questa tesi, che i marron glacé furono inventati da un cuoco di corte del Duca di Savoia Carlo Emanuele I (1562-1630). La ricetta compare nel trattato "Confetturiere Piemontese" stampato a Torino nel 1766.[1]

La seconda teoria afferma che il marron glacé potrebbe aver avuto origine, sempre nel XVI sec., a Lione.

lunedì 28 novembre 2011

I taralli siciliani con la glassa di zucchero ad effetto “scosc”

 5837

A Trapani molti panifici vendono i taralli con la glassa bianca (o gialla,al limone)ed io sono una buona acquirente.

O almeno lo sono stata…..ora me li faccio da me…..grazie all’amica Marabella di Palermo.

Un giorno su cookaround lessi questa ricetta postata da Marabella e,subito,capii che era quella giusta per fare i taralli dei panifici trapanesi…..quanto avevo penato per trovarla!!!!!! Fino ad allora avevo fatto dei simil simil taralli.

E’ difficile descrivere il tipo di pasta a chi non li ha mai mangiati……BISOGNA PROVARLI,PER FORZA!!!!!!!!!!!!!

7661

Riporto la ricetta di Marabella senza alcuna modifica: è perfetta così(ho cambiato solo il modo di descriverla)

Ingredienti:

1 kg di farina 00 (suddivisa in 800 g per l’impasto e 200 g per la spianatoia)

200 g di zucchero

40 g di ammoniaca per dolci

4 uova

250 ml di latte a temperatura ambiente

200 g di strutto (e non burro,olio od altro!!!)

il succo e la scorza di un limone

semi di anice q.b. (nelle foto che vedete non ci sono i semi di anice perchè non li avevo in casa ma ci vanno…eccome se ci vanno!!!)

Ho usato il kenwood ma va anche bene un qualunque sbattitore elettrico.

Iniziare con lo sbattere i tuorli con lo zucchero, unire lo strutto morbido (non sciolto) e continuare ad amalgamare il tutto. Aggiungere gli albumi montati a neve,poi pian piano la farina (800 g) alternandola al latte,la scorza di limone,il  succo del limone,l’ammoniaca ed infine i semi di anice.

L’impasto è molto morbido ma,al momento,è perfetto così.

Ora trasferire l’impasto su una spianatoia (il tavolo di marmo è comodissimo) dove precedentemente sono stati messi i 200 g di farina rimasti.

Dare a mano una amalgamata all’impasto facendo assorbire buona parte della farina messa sulla spianatoia.

Procedere prelevando pezzetti di impasto e formando dei lunghi rotolini che vanno intrecciati a due a due (treccia a due).

Poi tagliarli della misura preferita ed unirli formando un cerchio intrecciato.(vedi foto sotto).

Cuocerli in teglia su carta forno distanziati gli uni dagli altri.Forno statico a 200°.

Come vedete qualche ciambella ha un buco centrale ben evidente,qualche altra ha il buco inesistente (si è chiuso durante la cottura ma il sapore non cambia di certo).

Farli freddare su griglia.

Andiamo alla glassa:

Marabella diceva che si può usare una glassa a freddo o una a caldo.Io ho fatto quella a caldo (troppo bella!!!!!)

Glassa a caldo:

Mettere in una pentola 1 kg di zucchero semolato (mizzica quanto!!!!) e 250 ml di acqua. Fare bollire un pochino (hihihihihi…lei ha scritto così: bollire finchè non diventa liquido e al tatto fa effetto scosc).

Mi sono grattata la fronte….non capivo che significa l’effetto “scosc” e poi diceva “al tatto”….ma chi si rischia di infilare due dita dentro una pentola con uno sciroppo bollentissimo? IO NO!!!!!! Ho già abbastanza scottature da forno…..

Ho fatto bollire un pochino (mentre una vocina dentro me diceva: Maria non sai fare la glassa a caldo,è sempre liquida,non hai capito un accidente dell’effetto  “scosc” ed ora rovinerai i bei taralli preparati )

Poi il “miracolo”!!!!!!!!

Marabella scriveva ancora:versare a poco a poco in una ciotola parte della glassa e mescolare con un cucchiaio di legno finchè non ha una consistenza cremosa…………..è vero,si è addensata….miracolo!!!! (hihihihihi)

Immergere ogni singolo tarallo nella glassa e metterlo a freddare su una griglia (è passato del tempo ma riguardando le foto ho l’impressione di non aver immerso completamente il tarallo nella glassa ma solo nella parte superiore; Marabella invece li ha immersi).

I taralli siciliani sono prontissimi!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

Con questa dose ne vengono parecchi ma considerando lo sforzo fatto per prepararli non conviene dimezzare la dose ma è più conveniente conservarli dentro scatola di latta (o biscottiera tupperware) ed ogni giorno alzare il coperchio e mangiarne uno(se ce la fate a mangiarne solo uno!!!!)……..sembra una raccomandazione del medico….solo dopo i pasti!!!

P.S. per chi volesse sapere come si fa la glassa a freddo Marabella così consiglia:

Mettere in una ciotola dello zucchero al velo (dose non precisata) ed unire del latte(dose non precisata) a poco a poco mescolando di continuo finchè non diventa come una crema densa.Con un pennello mettere la glassa sui taralli.

 

9516

12034

 

21308

31070

 

6753

Queste sono foto vecchiotte….hihihihihihi…..una volta ero più romantica,ci mettevo il fiorellino accanto…hihihihihihi…..

 8596

 

 

 

venerdì 25 novembre 2011

La minestra di riso con farro perlato e verdure miste

  10

Appena comincia il freddo si ama molto mettere in tavola una buona,saporita e calda minestra.

Un insieme di verdure dai colori e sapori diversi,un ottimo farro perlato,del buon olio extravergine d’oliva,una scorza di parmigiano….con un riso di buona qualità…..ed il pranzo è servito!!!

 7

Ciotola La Fabbrica Della Ceramica di Susanna De Simone

 

Ricetta postata da Maria Bianco su panzaepresenza.blogspot.it

Ingredienti:

150 g di farro perlato

Un pugnetto di fagioli

300 g di riso vialone nano

alcuni pomodorini del Piennolo

un mazzo di scarola

un pugnetto di piselli freschi ( da me poi surgelati )

una costa di sedano

due carotine

una cipollina

mezza zucchina lunga

4 patate

un sacchettino di zucca a dadini (da me surgelata e pronta al bisogno)

un pezzettino di peperoncino piccante

olio extravergine d’oliva Dante

un dado Ferioli S. Martino

Sale  (poco)

una scorza di parmigiano

Inoltre:

parmigiano grattugiato

 

In un tegame ho messo tutti gli ingredienti  con acqua (ad eccezione naturalmente del riso) ed ho fatto cuocere.

In ultimo ho versato il riso e finito la cottura.

Un giro d’olio a crudo,un pò di parmigiano grattugiato e la minestra è a tavola.  11

 

1

mercoledì 23 novembre 2011

Le gelatine di mele cotogne

Aprile2009_2771

Ho fatto delle caramelle con il succo ristretto della bollitura delle mele cotogne.
Una mia collega di lavoro,Bice, me ne aveva parlato da tempo ma io,regolarmente,buttavo l'acqua delle mele che mettevo a cuocere per fare la cotognata e la marmellata di mele cotogne.
Una sera mi sono decisa perchè avevo delle mele che "poltrivano" in una cesta da un pò di tempo.

Ingredienti: mele cotogne,zucchero,acqua,stampini in silicone.

Ho lavato le mele e,senza togliere la buccia,le ho tagliate a pezzettoni.Ho messo il tutto in tegame coprendole con acqua.
Ho fatto bollire fino a quando le mele erano morbide,poi le ho scolate conservando il liquido di cottura.
Ho pesato il liquido di cottura ed ho rimesso tale liquido nel tegame unendo pari quantità di zucchero.
Ho acceso il gas ed ho fatto bollire a fuoco medio per parecchio tempo (non so dirvi con esattezza quanto perchè mentre facevo altre cose)
Ogni tanto controllavo la cottura e mi accorgevo che il liquido diventava sempre più scuro.
Ad occhio ho capito che era giunto il momento di spegnere il gas.
Ho subito travasato una parte in un barattolo bormioli per farne una gelatina (spero) da consumare con lo yogurt greco ed il  resto l'ho messo dentro stampini in silicone (sfere per cioccolatini).Ho fatto freddare.

Le ho tolte dallo stampo e le ho fatte asciugare bene all’aria su carta da forno.

In ultimo ho passato le gelatine nello zucchero semolato.

Ecco i risultati:

 

 Aprile2009_2759

Aprile2009_2765

P.S.  che non vi venga in mente di buttare le mele cotogne!!!!Potete farne un’ottima marmellata o dei fruttini fantastici.

lunedì 21 novembre 2011

Il pane siciliano con la pasta madre

4

 

Paese che vai pane che trovi!!!

Per noi siciliani il pane non è quello fatto con la farina 00 ma quello con la semola rimacinata di grano duro.

Per noi siciliani il pane non è di quelli leggeri che, alzandoti da tavola dopo averne mangiato un bel pezzo, ti senti ancora affamata.

Per noi siciliani il pane è quello che ti riempie lo stomaco,è quello che è talmente buono che lo mangi da solo oppure con un filo di buon olio ed un pizzico di sale.

Per noi siciliani il pane è quello da 1 kg,corposo,grande e grosso che,per trasportarlo fuori dal panificio,bisogna usare le due mani.(altro che baguette francese!!!).

Per noi siciliani il pane è  “ a vasteddra”o “ u pistuluni”,rotondo e mollicoso il primo o lungo e più cotto il secondo.

Ho provato tante ricette di pane prima di giungere a questa ma devo confessarvi che,ogni volta che la faccio,mi arrabbio.

Anche se non vi interessa sapere perchè mi arrabbio ve lo dico lo stesso:

Non riesco a fare una crosta dura e spessa che si mantenga tale anche dopo che il pane si è raffreddato.

QUALCUNO CONOSCE IL SEGRETO?

Un’idea mi è balenata nella mente: per far aderire i tanti semini di sesamo che ci metto,spennello il pane con dell’acqua. Può essere questo il motivo di un pane che,appena fatto ha  una crosta croccante ma poi,freddandosi,si ammorbidisce? E poi perchè la crosta non mi viene spessa? Il solo parlarne,in questo caso scriverne,mi fa arrabbiare!!!!

Ingredienti:

700 g di semola rimacinata di grano duro Molini Del Ponte

100 g di pasta madre rinfrescata

450 ml di acqua tiepida

2 cucchiai di olio d’oliva (si possono anche omettere)

15 g di sale

semi di sesamo

Versione con il bimby:

Mettere nel bimby 450 ml di acqua,100 g di pasta madre a pezzetti,2 cucchiai di olio d'oliva e fare andare per 2 minuti e 30 secondi velocità 2.
Aggiungere 700 g di semola rimacinata ed il  sale e fare andare 20 secondi velocità 5 più 2 minuti e 30 secondi velocità spiga.Fare la palla ed inciderla a croce.Metterla in una ciotola con sotto una spolverata di semola e lievitare tutta la notte.L’indomani mattina mettere della semola rimacinata su una grande teglia  e,dopo aver dato la forma di pistuluni, deporre il pane e lievitare per altre 4 ore.Non resta,poi,che spennellare la parte superiore del pane  con acqua servendosi  di un  pennello da cucina e poi cospargere con abbondanti semi di sesamo.

Infornare a 280° per circa 40 minuti.

Versione con impasto a mano:

Sciogliere la pasta madre nell’acqua tiepida.

Su un ripiano di marmo (o tavola di legno o altro)mettere la semola rimacinata di grano duro,fare una conca al centro e versare parte dell’acqua dove abbiamo sciolto la pasta madre,unire l’olio ed iniziare ad impastare mettendo subito dopo il sale. Continuare ad aggiungere acqua, man mano si lavora di gomito, fino ad esaurimento del liquido.Si ottiene un impasto molto morbido ed appiccicoso ma non aggiungere altra semola.

Proseguire come sopra.

P.S. con lo stesso impasto ci faccio la pizza che ho già postato….QUI

 

7

 1

 

12

     6 

 

P.S.  Ho copiato (che copiona però!!!!)questa presentazione da un blog straniero ma lì era più bella….la mia sembra che il pane abbia la febbre e quindi gli viene messa una copertina infiocchettata…….sto delirando…..è meglio che non scriva altro!!!!(hihihihihihi)

 8 

E qui con due belle fette di capocollo ed un pò di svizzero. (magnato caldo caldo…..)

10

9

 

Qui,invece,è pronto per essere accompagnato con della buona conserva dolce di albicocche e tè nero di Le Tamerici.

Ancora meglio se sopra la conserva si mette qualche scaglietta di parmigiano reggiano.

2

 

 

3

venerdì 18 novembre 2011

7 link per 7 piatti

Fermarsi,non pensare a quale ricetta postare il giorno dopo,decidere di andare a ritroso e,quindi,riguardare i post inviati anche tanto tempo fa; guardare e leggere i post con un occhio più critico e distaccato,trovare molti difetti (soprattutto fotografici) e sorridere.

Infine scegliere……

Devo dirvi con sincerità che mi sono proprio divertita in questo “ bagno” della memoria.

Ringrazio le amiche Fausta (caffè col cioccolato) e Fr@ (sciroppo di mirtilli e piccoli equilibri) per avermi passato entrambe, nei loro rispettivi blog,il testimone di questa divertente iniziativa a catena.

Il post il cui successo mi ha stupita: il risotto vintage alla spagnola

Lo stupore è nato dalla consapevolezza che non si trattava altro che di pasta e patate (pardon…riso e patate). Un risotto semplice,essenziale perchè con pochi e poveri ingredienti ma forse per questo appetibile.

1_thumb

Il mio post più popolare: La focaccia che balla

Se la popolarità la si misura in base a quanti commenti un post ha avuto….allora questo è il post più popolare: 62 vostri commenti.

9_thumb

Il mio post più controverso: I biscotti baicoli veneziani

Post che mi ha fatto penare…..ero a Favignana,da mia madre,lontana dai miei piatti e piattini e, dopo aver fatto i baicoli veneziani,ho passato un pomeriggio estivo a decidere dove mettere i baicoli per fotografarli.(si capisce vero che ero in vacanza ed avevo tempo da perdere ? ).

Li fotografo qui,li metto lì…..no questo piatto è brutto…quest’altro è bello ma è troppo vecchio…..alla fine dopo decine di fotografie che non mi piacevano li ho fotografati in testa a due vecchietti di capodimonte.Ora ero soddisfatta!!!!!!

4_thumb[6]

Il mio post più utile: Le treccine dolci

Utile a chi e perchè? Utile soprattutto a chi ha fatto,da bambina,scorpacciate di treccine dolci durante la ricreazione scolastica o prima di entrare a scuola; utile perchè ora,avendo la ricetta,può farle ai propri figli senza più comprarle.

351 bis

Il post che,secondo me,non ha ricevuto l’attenzione che meritava: I cioccolatini da mangiare con gli occhi chiusi

E’ un post datato 3 maggio 2011….considerando che ho aperto il blog il 21 aprile 2011,questo post è passato inosservato perchè “inosservata” ero io,nuova blogger.

Anche le foto sfocate non hanno incitato certo a leggere la ricetta.

La cremina contenuta in questi cioccolatini va fatta almeno una volta nella vita: parola mia!!!!

4 PICCOLA

Il post più bello: La ciabatta dei tempi moderni

Perchè più bello per me? Ma perchè pur postando un pane veloce (quello senza impasto) ho voluto fare una vera e propria apologia del classico pane impastato a mano il cui lavoro di braccia era,un tempo,un rito settimanale.

 

1

Il post di cui vado più fiera: I pasticciotti di mamma Sara

Non si ha bisogno di fare un  dolce per ricordarsi della propria madre che non c’è più ma,ogni volta che mi ricapita di leggere il post, ne vado fiera perchè ho voluto far conoscere i semplici pasticciotti che la mia dolce mamma preparava quando ero piccola.

154 bis

Con piacere,sperando che accolgano il mio invito anche loro con gioia e divertimento,passo il testimone a 7 blogger che amo e stimo e che allietano,insieme ad altre, le mie solitarie serate volutamente lontana dalla televisione.

1  L’affettuosa Meris di Vaniglia e cannella

2 La divertente Tinny di Gluten free experience

3 Il grande Francesco di La cucina degli angeli

4 La simpatica Rossella di Salsa pariglia (attualmente è moooooltooooo lontana da noi ma presto ritornerà)

5 La ritrovata Doretta di Dolci pensieri

6 L’amatissima Stefania di Arabafelice in cucina

7La generosa Rosalba di  Dolce aroma

mercoledì 16 novembre 2011

Il clafoutis di pane,pere e cioccolato al profumo di fava tonka

2

Quanti anni sono passati da quando, per la prima volta, ho preparato questo clafoutis!!!!!!

Mi piace così tanto con le sue parti croccanti e le sue parti morbide e dolci da rifarlo almeno una volta l’anno.Il fatto è che noi blogger ( e qui penso di interpretare il pensiero di tanti)amiamo fare sempre nuove ricette,sperimentare sempre qualcosa di nuovo. Io personalmente se devo rifare una vecchia ricetta cucino annoiata perchè già so come mi viene.Se la ricetta è nuova cucino con l’adrenalina alle stelle,sono veloce,concentrata,contenta,attendo con trepidazione l’assaggio e se il piatto è buono sorrido mentre lo metto in tavola…..che ci volete fare,sono così….mica si può cambiare alla mia età!!!!

 4

Ingredienti:

250 g di pere

100 g di pane raffermo a cubetti con tutta la crosta

75 g di cioccolato fondente

100 g di zucchero

3 uova

300 ml di latte

50 g di farina 00

un pizzico di sale

una grattatina di fava tonka ( delizioso omaggio di Rossella e nuovo ingrediente nel vecchio clafoutis )

cacao amaro in polvere q.b.

una nocciolina di burro ( per la teglia)

 

Imburrare una teglia e distribuire  sul fondo le pere affettate,il cioccolato a pezzi ed il pane a cubetti.

Versare sopra la pastella così preparata:

Sbattere le uova,unire lo zucchero,la farina,il latte,il pizzico di sale ed una grattatina di fava tonka.

Infornare a 180° per circa 40 minuti.

Intiepidire e spolverare di cacao amaro.

 

 

 7

 6 

 8

 

 9



lunedì 14 novembre 2011

I mezzi occhi di lupo con pesto trapanese, patatine e melanzane fritte

5

Piatto definito in Sicilia…….a pasta cu l’agghia pistata (la pasta con l’aglio pestato).

E’ un piatto molto estivo ma fino a quando si trova del buon basilico fresco e del pomodoro si può sempre fare.

 

Sarebbe riduttivo definirlo un piatto “ghiotto”……..è solo….. il massimo della bontà….(si capisce che mi entusiasma il cibo vero?)

Piatto estivo per eccellenza, presente in tutte le tavole trapanesi, può essere accompagnato da una fritturina mista di pesce o,come nel mio caso,da patatine fritte e melanzane fritte (la frittura quando ci vuole ci vuole!!!!).

Di solito si accompagna o con le melanzane fritte o con le patate fritte…..io ho abbondato mettendo tutte e due.

Nota: non ho sparato ad un lupo,non gli ho tolto gli occhi per poi dividerli a metà……è solo un formato di pasta che ha questo strano nome!!!(hihihihihihihi)

Ingredienti:

pomodori grossi e carnosi (circa 8)

aglio (4-5 spicchi…..ci vogliono tutti,altrimenti che “pasta cu l’agghia “ è?)

abbondante basilico fresco

olio extravergine d’oliva Dante

30 g circa di mandorle bianche

sale q.b.

pepe o peperoncino (in base ai gusti)

Inoltre:

pasta formato mezzi occhi di lupo

pecorino grattugiato oppure parmigiano grattugiato

un mortaio (di marmo,di legno…..….INDISPENSABILE,altrimenti non si può chiamare pesto alla trapanese)

 

In un mortaio mettere gli spicchi d’aglio sbucciati ed il sale e cominciare a pestare….aggiungere man mano le mandorle ed il basilico spezzettato a mano più un pochino di olio e pestare fino a ridurre il tutto quasi a poltiglia.

A parte spellare,con l’apposito attrezzo,dei carnosi pomodori rossi,togliere i semi e farli a pezzettini minuscoli.

Mettere in una ciotola il pomodoro,l’aglio pestato,una macinata di pepe ed altro olio.Aggiustare di sale,mescolare bene il tutto ed attendere la cottura della pasta.

E’ un condimento che non va cotto ma si unisce alla pasta fuori dal fuoco.

Servire con pecorino grattugiato ed accompagnare con delle patatine fritte e qualche fetta di melanzana fritta.

Nota:molti trapanesi,per comodità,mettono tutti gli ingredienti in un mixer e danno una leggera frullata senza però ridurre in crema ma lasciando visibili i pezzettini di pomodoro,di mandorle…io amo il mortaio!!!

 9

3



domenica 13 novembre 2011

Collaborazione con l’Azienda Le Tamerici

 064

 

Le Tamerici è il luogo dove la tradizione gastronomica incontra la ricerca e la sperimentazione.

Nata nel 1991,per iniziativa di Paola Calciolari,produce conserve alimentari di gran qualità,in particolare confetture e mostarde,articolate in tre linee: la classica,la biologica e quella da meditazione.

Grazie a Le Tamerici sono state riscoperte delle materie prime tipiche del territorio mantovano che erano state dimenticate come ad esempio l’anguria bianca e la mela campanina.

Ogni materia prima è selezionata e lavorata fresca,rispettando tempi e metodologie particolari che consentono di preservare colori e profumi senza ricorrere a conservanti,additivi,addensanti.

Le Tamerici è anche sede di una Scuola Di Cucina,rivolta a tutti coloro che vogliono imparare i segreti della “tradizione” con un pizzico di “innovazione ".

 

066

 

 

 049048

 

 051

 

  053 054

 

055 

 

 

 

 

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...