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Mi chiamo Maria e sono una gran mangiona. Mi piace tutto ad eccezione del cibo cucinato male. Mi piace cucinare sempre nuove pietanze e quando non ho piatti e padelle da lavare, mi sento triste. La mia cucina è ricchissima di caccavelle di tutti i tipi; il solo vederle in un negozio mi fa soffrire: le voglio a casa mia!!! Prediligo i dolci e tutti gli impasti lievitati ma non disdegno il resto. La mia vita ruota intorno a due pilastri: la culinaria e la scuola infatti, se mi cercate, mi trovate o in cucina o in un'aula scolastica. Ho aperto questo blog per conservare le ricette provate e poi perchè non voglio essere obsoleta e desidero dimenticare il buon vecchio quaderno di ricette scritte a mano.

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giovedì 31 gennaio 2013

Le orate al forno con capperi e scorzette di limoni confit

 

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Nel mio blog c’è tanta pasta…..ora un po’ di pesce!!

 

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Ingredienti:

4 orate

un pugnetto di capperi di Pantelleria Bonomo e Giglio

prezzemolo tritato

olio extravergine d’oliva

15 pomodorini

2 spicchi di aglio rosso di Nubia a fette

scorzette di limoni confit ( le ho fatte con la ricetta di Rossella,Salsapariglia)

sale e peperoncino q.b.

vino bianco secco

 

Ungere di  olio una teglia da forno e depositarvi le quattro orate precedentemente pulite, lavate e salate.

Aggiungere in teglia i pomodorini tagliati a metà,i capperi,il prezzemolo tritato,le scorzette di limoni confit,gli spicchi d’aglio,un pizzico di peperoncino ed un filo di olio sopra.

Infornare a 200°. Dopo circa dieci minuti bagnare il pesce con un bicchierino di vino bianco secco e terminare la cottura.

 

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giovedì 24 gennaio 2013

il gulasch a modo mio

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Lo cucinai tanti anni fa e non mi piacque……non lo seppi fare!!!

Lo mangiai (quasi ogni sera) a Praga e mi piacque tantissimo!!!

Sono stata a Praga per ben due volte per accompagnare i miei ragazzi in viaggio d’istruzione.

In entrambe le volte, nei buffet liberi adibiti per centinaia di ragazzi affamati ( e per docenti altrettanto affamati!), l’unico piatto cucinato meravigliosamente bene era sempre il gulasch.

Appena arrivavo in sala andavo alla ricerca di questo profumatissimo piatto e ne mangiavo almeno due scodelle piene (ne avrei mangiato ancora).

Da allora mi è rimasto in mente il sapore di quel buon gulasch.Notai anche che era una zuppetta semiliquida e non come la “ specie” di spezzatino asciutto che avevo fatto io anni addietro.

Certo che il cumino conferisce un sapore molto particolare…..ora mi piace!!!!

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Da wikipedia:

Il Gulasch (in ungherese Gulyás o, più precisamente, Gulyás-leves, che letteralmente significa "zuppa del mandriano") è un piatto tipico della cucina ungherese che si è poi diffuso in tutta l'Europa centro-orientale (da cui la grafia Gulasch usata nei paesi di lingua tedesca).

Il gulasch è una zuppa che i mandriani cucinavano dentro un grande paiolo messo sopra un fuoco alimentato dalla legna all'aperto quando, ad esempio, trasportavano i pregiati bovini grigi di razza podolica (razza bovina dalle lunga corna) dalla pianura della Puszta ai mercati di Moravia,Vienna, Norimberga e Venezia.

Questo piatto sostanzioso a base di carne, lardo, soffritto di cipolle e carote, patate e paprica era l'ideale per riscaldare i robusti bovari discendenti di una razza di cavalieri che era scesa in Europa verso il 950 dalla steppa asiatica.

Ma fu solamente verso la fine del XVIII secolo che il gulasch dalla prateria arrivò ad essere conosciuto dalle famiglie borghesi, per poi apparire sulla tavola del popolo insieme ad altri stufati di carne, come i paprikás aggiustati con la farina, la paprica e la tejföl (la panna acida), o ilpörkölt, chiamata anche la "rosolata della Puszta". A varcare però i confini nazionali per entrare nei menu di tante nazioni fu solamente il gulasch.

Mentre nella sua forma originale è essenzialmente una zuppa a base di carne, in alcune varianti, soprattutto fuori dall'Ungheria, viene cotto tanto finché, asciugandosi, diviene una specie di spezzatino. Il colore rosso è dato dalla paprica immessa in abbondanza, che, contrariamente a quanto si possa credere fuori dall'Ungheria, non è molto piccante (infatti la parola paprika in ungherese significa peperone).

Il Gulasch è un piatto tipico di molte zone del Triveneto, soprattutto nei territori di confine con Austria, Croazia e Slovenia.

 

Ingredienti:

1 kg di carne di manzo a piccoli pezzi

una cipolla

un gambo di sedano

tanta paprika piccante

un cucchiaio abbondante di cumino

un bicchiere di vino rosso

olio extravergine d’oliva

sale q.b.

400 g di pomodori pelati

patate ( quantità a piacere)

acqua calda q.b.

 

Iniziare con il mettere,in un tegame, a rosolare la cipolla finemente tritata in olio extravergine d’oliva.

Aggiungere i piccoli tocchi di carne leggermente salati e fare rosolare.

Unire il gambo di sedano tagliato a fettine,la paprika piccante ( che molto piccante non è !) ed il cumino.

Dopo alcuni minuti versare il vino rosso e fare cuocere a fiamma vivace senza coperchio.

Assorbito quasi tutto il vino rosso,unire il pomodoro pelato tagliuzzato anch’esso a piccoli pezzi e continuare la cottura con il coperchio.

Controllare la cottura ed unire,ogni tanto,un po’ di acqua calda cercando di non fare mai asciugare del tutto il gulasch.

Aggiustare di sale se necessario e,quando la carne è quasi cotta,finire la preparazione con pezzettini di patate lievemente salati.

Quando le patate sono cotte ed il gulasch appare una zuppetta nè troppo liquida nè troppo densa è ora di spegnere e di portare in tavola.

Servire con,a parte, cubetti di pane casereccio.

  

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lunedì 21 gennaio 2013

I quadretti di pesce spada con polvere di capperi

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E’ un buon secondo ma anche un buon antipastino.

E’ una semplice ricetta che preparo da anni ma questa volta ho aggiunto qualcosa che ha reso speciale il pesce : la polvere di capperi ( fatta con soli capperi dissalati ed essiccati per mantenere intatti gusto,profumo e qualità).

Oltre alla polvere di capperi l’azienda Bonomo e Giglio di Pantelleria sta lanciando un altro prodotto che,quanto prima,useremo in molti nelle nostre cucine….vi dico solo che è molto croccante….

Alla prossima ricetta.

 

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Ingredienti:

due fette di pesce spada

due uova

pangrattato q.b. ( ancora meglio se mollica bianca fresca )

sale e pepe q.b.

olio extravergine d’oliva

polvere di capperi di Pantelleria Bonomo e Giglio

Inoltre:

maionese preparata possibilmente in casa

 

Lavare le due fette di pesce spada e tagliarle a quadretti.

Dopo aver messo un po’ di sale e pepe sui quadretti,passarli nelle uova sbattute e poi nel pangrattato.

Solitamente al posto del pangrattato uso della mollica bianca fresca che compro in busta nei panifici e poi tengo nel congelatore pronta per ogni evenienza.

Questa volta, sprovvista di mollica bianca, mi sono accontentata del pangrattato.

In una larga padella riscaldare dell’olio e friggere i quadretti.

Appena pronti metterli in cucchiaini da finger food con sopra pizzichi di polvere di capperi.

Servire con ciotoline di maionese preparata in casa.

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mercoledì 16 gennaio 2013

I biscotti occhio di bue con una frolla specialissima

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La pasta frolla non mi fa letteralmente impazzire preferisco, se proprio devo ingrassare, mangiare dolci e dolcetti morbidi come piume.

Eppure,nei miei ricettari ci sono decine e decine di ricette di pasta frolla provate e non.

Sarà perchè è estremamente facile? Sarà perchè esistono tante di quelle varianti che mi invogliano a provare e riprovare sempre nuove ricette per il gusto della novità?

 

Non avevo mai fatto la frolla all’olio e miele e devo dire che sono rimasta sorpresa.

E’ buonissima,croccante,si stende con grande facilità senza rompersi….insomma è perfetta.

Da ora in poi questa sarà,nel mio ricettario, la frolla numero 1.

 

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Ricetta della frolla tratta dal blog  “ marchesina Adelaide.blogspot.it “

 

Ingredienti:

400 g di farina 00

mezza bustina di lievito per torte

un cucchiaio di miele di arancio

100 ml di olio extravergine di oliva

due uova

200 g di zucchero

Inoltre:

nutella

composta di fragola biologica Emporio Ecologico

liquore mirto di Sardegna

 

 

Riunire tutti gli ingredienti della frolla in una ciotola e lavorare brevemente.

Personalmente ho messo tutto nel bimby ed ho azionato per 30 secondi a velocità 5.

Fare,con la pasta ottenuta,un panetto ed avvolgerlo con pellicola trasparente.

Tenerlo in frigorifero 30 minuti.

Riprendere la frolla e stenderla sottilmente con il mattarello.

Con i taglia biscotti appositi ( un cerchio ed un altro cerchio forato al centro)preparare tanti biscottini che,dopo la cottura in forno,andranno uniti a due a due mettendo al centro,nel biscotto non forato, un cucchiaino di composta di fragola o di nutella.

I biscotti vanno infornati in teglia su carta forno a 180° per 10-12 minuti e poi,dopo averli sovrapposti si spolverano con zucchero al velo.

Servirli accompagnati con bicchierini di mirto di Sardegna Stella Maris.

Una bontà da non crederci!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

 

 

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lunedì 14 gennaio 2013

La minestra rossa di granchio allo zenzero

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Fa freddo e non c’è cosa migliore di mettere in tavola una bella minestra calda e saporita.

 

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Ingredienti:

Un granchio del peso di 330 g

un barattolo da 540 g di pomodoro pizzutello

due foglie di alloro

una spruzzata di vino bianco secco

una piccola carota

una cipollina

pepe in grani

un pizzico di zenzero in polvere

prezzemolo tritato

sale q.b.

olio extravergine d’oliva

un litro di acqua

200 g di pasta formato linguine

 

In un tegame rosolare in olio la cipollina tritata e la carota a piccoli dadini. Aggiungere pomodoro pizzutello,alloro,pepe in grani,prezzemolo,sale e zenzero in polvere.Cuocere per alcuni minuti.

Unire il granchio tagliato a metà ( non completamente) e fare insaporire il tutto.

Unire una spruzzata di vino bianco e cuocere un altro poco.

Aggiungere l’acqua e cuocere ancora.

Spezzare le linguine ed aggiungerle alla minestra.

Il tutto è pronto quando la pasta sarà cotta ed il brodo risulterà denso e saporito.

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giovedì 10 gennaio 2013

Le olive verdi al limone

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Finalmente le posso mangiare!!!!

Quando ho visto,nel mese di novembre,il post di Ornella ( Gialla tra i fornelli) sono rimasta colpita dall’insolito modo di  fare le olive in salamoia.

Dopo aver letto la ricetta,nel giro di qualche ora, nella mia dispensa c’erano  già alcuni grossi barattoli di olive al limone.Sono buonissime,fresche e piccantine.

Grazie Ornella,le farò ogni anno.

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Ingredienti:

olive appena raccolte a volontà (dai miei alberi)

fette di limone con tutta la scorza

foglioline di menta fresca

zenzero in polvere ( Ornella ha usato lo zenzero fresco)

qualche spicchio d’aglio intero

Per la salamoia:

per ogni litro di acqua che si mette nel barattolo unire 100g di sale e mescolare bene.

Inoltre:

olio extravergine d’oliva

 

Iniziare con il preparare la salamoia  e tenerla da parte.

Incidere,con un taglio,ogni singola oliva.

In un capiente barattolo iniziare a mettere le olive ed aggiungere fette di limone(quantità a piacere),qualche fogliolina di menta fresca,uno spicchio d’aglio ed una spolverata di zenzero.Continuare unendo altre olive,altro limone…menta,aglio e zenzero…

Quando il barattolo è pieno unire la salamoia facendo attenzione che l’acqua ricopra per bene tutte le olive.

Chiudere il vaso con il coperchio ed attendere con trepidazione……..

L’acqua della salamoia,dopo più di un mese di attesa,diventa torbida anche perchè c’è tanto zenzero in polvere.

Quando sono pronte,prelevare la quantità di olive che occorrono ed 

“innaffiarle” con del buon olio extravergine di campagna (anche questo di mia produzione).

Nota:

Quando ogni anno faccio le olive in salamoia non è mia abitudine,prima di invasarle, mettere a bagno in acqua le olive per poi cambiare ogni giorno l’acqua.

Questo procedimento lo adotto solo quando faccio le olive pestate con l’aglio,il sedano,l’aceto..(altro tipo di preparazione).

 

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coppetta e cucchiaio GreenGate

 

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lunedì 7 gennaio 2013

I ceci con le arance

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Da noi in Sicilia si mangiano i finocchi con le arance ma devo dire che i ceci con le arance sono altrettanto buoni.

 

Ricetta trovata su  “ Gustando.net  “

Ingredienti:

5 arance piccole

400 g di ceci lessati in scatola ( peso sgocciolato 240g)

mezza cipollina

una manciata di olive nere

succo di mezzo limone

succo di mezza arancia

20 g di olio extravergine d’oliva

sale e pepe q.b.

un pizzico di zucchero

 

Sbucciare le arance a vivo e tagliarle a fettine sottili.

In una ciotola riunire le arance affettate,mezza cipollina tritata,i ceci sgocciolati ed una manciata di olive nere.

Preparare il condimento:

Spremere il succo di mezzo limone e di mezza arancia ed emulsionarli insieme all’olio; aggiungere sale e pepe ed un pizzico di zucchero.

Versare il condimento nella ciotola e mescolare il tutto.

Riporre in frigorifero coperta con carta stagnola ( o pellicola).

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P.S.   notare la macchina fotografica nel cucchiaio…..ahahahahahah….

 

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venerdì 4 gennaio 2013

Il qualeddu a frittata

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Quando è tempo di qualeddu ogni famiglia trapanese lo compra,lo bollisce,lo frigge e lo mangia con gran piacere.

E’ una verdura molto usata dalle nostre parti.Piace per quel suo sapore amarognolo dal gusto inconfondibile.

Nel paese di mio padre ( Alcamo) lo vendono per strada: “ montagne” di qualeddu stipate dentro piccoli camioncini ed il venditore che riempie un grosso sacchetto di plastica alla modica cifra di 3 euro.

Abitando in campagna ed avendo imparato,nella miriade di erbe varie, a distinguere il qualeddu da verdure similari ( mi sembra che una di queste si chiami sinapa)non è difficile trovarmi con in mano un coltello,un sacchetto,alla ricerca di qualeddu nel mio giardino.

Non avete idea di quanto mi rilassi andare alla ricerca del qualeddu.

Mi rilassa meno lavarlo e bollirlo…….

Normalmente,dopo averlo bollito,si frigge in olio con uno,due spiccchi d’aglio e si mangia come contorno ad un secondo di carne. Ottimo anche con l’aggiunta di salsiccia secca o semplicemente con le uova mescolate dentro oppure ancora a frittata.

Una volta lo feci con i gamberetti a risotto: niente male!!!!!!

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Notizie prese dal web:

 

Brassica fruticulosa (qualedda)

LA QUALEDDA
Nome volgare: CAVOLICELLO
Nome dialettale: qualedda
Nome scientifico: Brassica fruticulosa
Famiglia: Cruciferae o Brassicaceae
Di questi tempi la campagna è ricca di qualedda,
un verdura antica ancora molto utilizzata nella
nostra alimentazione. La pianta cresce un po'
ovunque, prediligendo, in modo particolare i
vigneti; si trova con una certa abbondanza anche
nei terreni incolti. Purtroppo l'uso eccessivo di
diserbanti sta, però, determinandone la progressiva
scomparsa. Conosciuta ed apprezzata dalla
popolazione mazarese e siciliana in genere, l'uso
alimentare non è riportato da nessun manuale di
verdure spontanee. Ciò è dovuto, principalmente,
alla sua circoscritta distribuzione geografica. E'
una specie diffusa nelle aree che si affacciano sul
Mediterraneo centro-occidentale. In Sicilia, oltre
che nel trapanese, si consuma in altri territori
dove è nota con peculiari denominazioni locali, a
Ustica è chiamato Rapudda, a Linosa Rapuzzra,
nelle Eolie Rapuddu e nei Peloritani
Cavuliceddu. Da quest'ultimo, deriva il nome
volgare di cavolicello. Appartiene infatti, alla
famiglia dei cavolfiori.
PROPRIETÀ Ha proprietà benefiche di difesa
dell'organismo, virtù digestive, mineralizzanti e
ricostituenti grazie al suo alto contenuto di vitamine
A , C e di sali minerali come potassio, calcio,
magnesio e zolfo. Lessata è preziosa anche nelle diete ipocaloriche,
per il suo inesistente contenuto in grassi. Apporta
invece, fibre ricche di cellulosa, utili alla peristalsi
intestinale. Il gusto deciso, inconfondibile e
gradito al palato di questa verdura, è dovuto ad
un eteroside sulfonato che è una sostanza aromatica.
La presenza di zolfo, il "minerale della bellezza"
oltre a dare l'odore caratteristico rende i
capelli lucidi e soffici e la pelle elastica e giovane.
NELLATRADIZIONE la qualella era utilizzata
per curare le più svariate malattie, le foglie
pestate medicavano ulcerazioni e ferite. La tradizione
terapeutica continua ancora oggi, infatti si
dice che il decotto di qualella cura bronchiti e
asma. Basta cuocere alcune foglie di qualella,
colare e addolcire con miele e bere una tazza al
mattino e una alla sera. Un'altra delle proprieta'
della qualella è quella antiulcera, contiene infatti
il gefanato sostanza impiegata da parecchi anni
proprio nei farmaci antiulcera perchè agisce
come rinforzante sulla mucosa dello stomaco
proteggendola dagli acidi.

 

Ingredienti:

due mazzi di qualeddu

8 uova

due cucchiai di formaggio pecorino

olio extravergine d’oliva

sale q.b.

un pizzico di peperoncino

due spicchi d’aglio

 

Lavare bene il qualeddu e poi versarlo in acqua bollente salata.

Dopo cotto metterlo in uno scolapasta a perdere l’acqua ( altrimenti appena si butta nell’olio succede un patatrac !!!).

In una padella rosolare in olio due spicchi d’aglio e versare il qualeddu facendolo asciugare bene e friggere mescolando spesso.

Sbattere otto uova con un pizzico di sale e di peperoncino,unire il pecorino e versare sul qualeddu.

Fare rapprendere le uova ottenendo una gustosissima frittata.

Tagliarla a spicchi e servirla in tavola.

 

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mercoledì 2 gennaio 2013

Le mandorline con coppette “ una a me e l’altra a me “

 

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Che disperazione!!!!!Non avete idea da quanto tempo cercavo questa ricetta!!!!

Anni fa  lessi questa ricetta in un blog,la feci subito e conservai il foglietto dove avevo riportato le dosi da me fatte (la signora del blog dava la ricetta a “ tazze”). Siccome nel mio piccolo studio di casa ci sono centinai di foglietti,decine e decine di quadernoni di cucina, un numero imprecisato di riviste di cucina,il tutto mescolato a libri di scuola,appunti,relazioni,verbali…..un casotto totale dove mi ci raccapezzo solo io …..e guai a mettere ordine tra le mie cose,altrimenti impazzisco….

Ebbene,non trovai più il foglietto con la ricetta e cosa ancor più drammatica non mi ricordavo il blog da dove l’avevo tratta.

Intanto passavano gli anni ed io ogni tanto cercavo,con tanta pazienza,la ricetta…..ma niente da fare…..scomparsa nel nulla! Quel foglietto si era volatilizzato.

Quand’ecco,giorni fa,presi una carpettina dalla mia libreria,la aprii e vidi che c’erano copie di verbali scolastici….roba vecchia,da strappare. All’improvviso,in mezzo a questi verbali c’era il foglietto tanto agognato…..Ma come è potuto finire lì in mezzo?

 

Dite la verità….vi ho fatto venire voglia di estate?

Un gelatino,anche con i denti che battono per il freddo,ci vuole sempre……

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Ricetta tratta dal blog  “ AAA Accademia affamati affannati

Il titolo originario non è mandorline ma cialde turche con le mandorle.

 

Ingredienti:

150 g di mandorle bianche tritate ( non proprio in polvere)

170 g di zucchero

50 g di farina di riso

100 g di burro

Inoltre:

cialde a forma di coppetta per gelato (comprate al supermercato)

gelato al cioccolato ( comprato al supermercato)

 

In un mixer riunire tutti gli ingredienti per fare le mandorline e frullare.

Compattare la pasta e conservarla in frigorifero coperta da pellicola.

Una volta indurita,preparare delle palline che vanno messe in teglia su carta forno (ben distanziate).

Infornare a 180° per circa 12 minuti.

Appena uscite dal forno sono abbastanza molli ma poi si irrigidiscono.

Permane comunque la loro fragilità.

Vanno dorate in forno un po’ più di come le ho fatte io.

 

Riempire delle cialde a coppetta con gelato ed infilzare le mandorline.

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